Scrivere è una delle emozioni più belle che abbia mai provato. Sono arrivato alla scrittura in tarda età, ma scoprire di riuscire ad emozionarmi scrivendo un libro, è stata una bellissima sensazione. L'arte è sempre stata la cornice della mia vita, sin da quando, dall'età di 6 anni, iniziai a studiare musica. Poi, le vicissitudini della vita, mi hanno portato a fare un lavoro completamente differente e, oggi che ho preso gusto nello scrivere, mi sono posto la fatidica domanda: si riesce a vivere scrivendo? Girovagando tra i vari forum, blog e social network, ho notato che, tutto il popolo degli "scrittori emergenti"canta lo stesso ritornello... "cosa fare per promuovere i nostri libri?" Ergo, molto difficile vivere per uno scrittore in erba se non si ha la possibilità di investire forti somme di denaro per la promozione e la distribuzione delle loro opere. Sempre la solita tarantella all'italiana. Il settore è in crisi e, gli editori, non investono più in autori sconosciuti. Magari non lo facevano nemmeno prima, ma arrivare al punto di chiedere l'acquisto obbligatorio di un numero, a volte elevato, di copie agli stessi autori per poter pubblicare il loro libro, rasenta lo scandalo. Ho letto di racconti incredibili. Tanto incredibili che sono veri. Case editrici che, invece di stornare i compensi in denaro lo fanno in libri. Allora mi chiedo: perché io devo andare in libreria e vedere sugli scaffali, libri di calciatori, senza fare nomi, che hanno una pubblicità incredibile, e non vedere un romanzo di un giovane autore che passa intere giornate cercando di farsi conoscere. Ovviamente i libri, come tante cose nel mercato italiano, si vendono per "riprova sociale". Avete notato che, quando arrivate ad una fermata della metropolitana, e non sapete dove andare per raggiungere l'uscita, la prima cosa che fate è seguire la massa? Ecco così si vendono i libri. Come un branco di pecoroni andiamo a comprane le cose che ci vengono propinate dai media senza capire se quel libro possa realmente donarci qualcosa. E di autori emergenti bravi ce ne sono molti. E non tutti hanno anche le capacità manageriali di promuovere le loro opere. Già è faticoso, tirare fuori dalle proprie emozioni, dalla propria fantasia un bel libro, poi una volta finito, devi fare i conti con il problema della distribuzione. Mi rivolgo ai semplici lettori; avete mai pensato cosa c'è dietro la realizzazione di un libro? Nottate di lavoro, giornate perse a correggere le bozze, rimettere a posto i capitoli. Un libro che spesso non finisce mai. Un libro che gode di vita propria e ogni volta che lo rileggi vorresti aggiungere un passaggio, una sfumatura, un sapore od un odore nuovo. Tutto davanti ad un PC che diventa il tuo compagno insostituibile. Camminare per le strade della tua città e immaginare quello che la notte successiva scriverai. Insomma il sublime della tua emozione. Poi tutto diventa commercio. Ho letto, in questi giorni, un commento su un social network di uno scrittore che inneggiava alla distribuzione gratuita della propria opera. Molto bello e lodevole, ma per uno che ha deciso di fare lo scrittore, anche per vivere, diventa un controsenso. E poi perché non dirlo; è una soddisfazione vedere il proprio libro pubblicato. Sapere che vende e che tutti sono entusiasti di quello che sei riuscito a fare. Oppure sono io che sono fuori strada? E se sono fuori strada, perché all'ora il coro di insoddisfazione degli scrittori emergenti è unanime? Dopo aver concluso il mio libro, non sapevo realmente cosa fare, e mi sono consigliato con colleghi trovati nei forum dedicati. Ho deciso di pubblicare attraverso i servizi messi a disposizione della rete; quelli che ti offrono la possibilità di essere presente nei maggiori store on line, e nelle librerie fisiche con acquisto tramite prenotazione. Il resto? Te lo fai da solo. Scrivi il tuo blog. Inizi a crearti la tua immagine, cerchi di farti conoscere; fai interviste in web radio, e prepari le presentazioni nelle librerie che ti offrono il servizio. Ma scordati di vedere il tuo libro bello in mostra sugli scaffali. Questa situazione è lo specchio della cultura italiana. Non ci hanno abituato a leggere, non ci hanno abituato a imparare una lingua straniera, non ci hanno abituato a ragionare. Un popolo che ancora oggi, con la crisi economica che si è abbattuta sul paese, vede ancora la politica come il derby di due squadre di calcio; il tifoso di una, non diventerebbe mai tifoso dell'altra. Risultato; le stesse facce...sempre. Con questo articolo, apro le porte del mio blog a tutti gli artisti emergenti che vorranno collaborare per condividere recensioni, interviste, pensieri ed esperienze. Chi volesse contattarmi lo può fare al mio indirizzo email mau.dreamwriter@gmail.com
Scrivere è emozione, scrivere è armonia, scrivere è...VITA!
Mau DreamWriter
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